La nostra

storia

girandole di gusti semplici

Qui dal 1982 sembra si sia messo tranquillo Enzo Simonelli. Sempre ai fornelli sua moglie Maria Loreta.

I tre figli all’università, poi decideranno loro.
Sembra tranquillo l’irrequieto Enzo. Ad 8 anni già preparava i caffè al bancone di un bar d’albergo che oggi non c’è più, a 16 anni era cameriere in Germania poi contitolare della mensa di una base U.S.A. a Stoccarda (“Ne ho visti di tutti
i colori, arrivano i feriti dal Vietnam”), poi un salto in Venezuela.

Tornato dov’è nato, eccolo riadattare un garage e trasformalo in ristorante che vuole apparire un scorcio di vicolo (balconcini, finte finestre).

E Mblo? Era il soprannome di una
persona di Fondi degna di essere ricordata.

Forse non è neanche un vero ristorante, dice Enzo.

È un posto dove si mangia come nelle case. Il bello è che è proprio così: la carta dei piatti c’è, ma quella reale la snocciola Enzo.

Dipende dal mercato, bocconcini di cernia o stufato di manzo.

Ci sono sei cose che, per principio, non metteranno mai piede nel Vicolo: panna, besciamella, burro, astici, spigole e orate. Enzo e Maria Loreta, ottima interprete della cucina di casa, non vogliono annacquare i capisaldi della loro scelta, tutta tesa sul territorio.

Fondi non è distante dal mare, ma più vicino è un piccolo lago.
Nemmeno le alture sono distanti, e la piana produce frutta e verdura.

Nemmeno le alture sono distanti, e la piana produce frutta e verdura.

Un luogo privilegiato, insomma. E lo si capisce dal primo assaggio di antipasti: pisellini con cipollotti: e poi gambeetti fritti, zucchine, alici marinate, caciotta alla griglia, salsiccia insaporita non solo dal finocchio selvatico ma dal coriandolo.

Una girandola di gusti semplici e perfetti. Anche i primi piatti, paccheri con polipo e olive di Itri “erroneamente chiamate di Gaeta” puntualizza Enzo, tagliolini con gamberi e asparagi selvatici, spaghetti con le telline, zuppa di cicoria, zucca e fagioli dall’occhio nero, si dimostrano all’altezza.

Poi: soavissimi baby-calamari fritti, aragostine di Ponza (massimo mezzo chilo l’una), lumache, rane, trippa alla mentuccia, folaghe, anatre selvatiche, abbacchio al forno.

Dolci di casa: amaretti di nocciola e pasta di mandorle, mousse al cioccolato, pastiera (senza canditi), crostate con marmellate preparate da Maria Loreta.